Peter Fenner
La comunicazione non-duale: l’ascolto puro.
3ème Millénaire n.92 - Traduzione
della dr.ssa Luciana Scalabrini .
Dopo aver conosciuto un’esperienza della coscienza
incondizionata, possiamo imparare a condurre questa apertura,
senza giudizio, in ogni istante della nostra vita e in ogni interazione con gli
altri.
In particolare nelle relazioni con gli altri abbiamo una grande opportunità di notare il modo in cui la nostra
risposta emozionale e i nostri schemi abituali interferiscono con lo spazio
non-duale e lo alterano filtrando ciò che vediamo, diciamo e ascoltiamo.
Coscienti di quegli schemi nel nostro modo di comunicare,
possiamo tornare al nostro stato naturale, non solo quando
siamo soli, ma anche negli incontri, intimi o in situazioni professionali
difficili. Se
lavoriamo come consiglieri, psicoterapeuti, coach o se siamo impegnati in altre
relazioni d’aiuto, la capacità di comunicare in modo puro, senza distorsioni,
può essere molto prezioso.
L’ascolto puro.
Nell’approccio non-duale distinguiamo tre modi diversi di essere ricettivi a ciò che ci si dice: l’ascolto
positivo, l’ascolto negativo e l’ascolto puro.
L’ascolto negativo si ha quando
ascoltiamo attraverso il filtro della noia, del disinteresse, della
disapprovazione, dell’arroganza, della collera, della frustrazione e così via.
L’ascolto positivo è caratterizzato
dall’interesse, dall’entusiasmo, dall’approvazione.
Normalmente ascoltiamo attraverso un filtro fatto di
reazione, apprezzamento, sia che lo esprimiamo apertamente o no; stiamo sempre
approvando o disapprovando ciò che gli altri dicono o fanno. Questo in genere
diventa più evidente quando le nostre reazioni sono
intense. Per esempio, quando pensiamo: “assolutamente
d’accordo”, rimarchiamo apertamente le opinioni o le interpretazioni di
qualcun’ altro. O quando pensiamo: “Che assurdità!” è
facile riconoscere che non siamo affatto d’accordo.
Ma
l’approvazione e la disapprovazione si esprimono anche in modo più sottile. Per
esempio, per dire di si o che capisco, semplicemente
approvare annuendo con la testa è un modo per esprimere il nostro accordo.
Invece la disapprovazione si esprime con moti di impazienza
o intolleranza.
Quando ascoltiamo una persona attraverso uno schermo di giudizio e
di valutazione, deformiamo il flusso naturale della sua esperienza. L’ascolto positivo stimola le costruzioni mentali, quello negativo le
inibisce. Ogni volta che esprimiamo il nostro accordo a qualcuno,
l’incoraggiamo a continuare ciò che sta facendo. Portiamo il nostro contributo a una costruzione emotiva o intellettuale dandogli
attenzione ed energia positiva. Invece, quando esprimiamo il nostro disaccordo
a qualcuno, impediamo il flusso della sua esperienza e delle sue
costruzioni.
L’ascolto puro richiede una qualità d’essere che portiamo in
tutte le relazioni. Nell’ascolto puro, ascoltiamo senza interferenze. Non
ritiriamo niente da ciò che viene espresso, ascoltiamo
a partire da niente, siamo come uno specchio pulito che riceve esattamente ciò
che viene espresso, né di più, né di meno.
L’ascolto puro non incoraggia né si oppone a ciò che viene detto da un’altra persona. Non abbiamo bisogno che la
conversazione continui o cessi, non abbiamo bisogno di comprenderla in modo
concettuale. Ascoltiamo senza proiettare né interpretare, senza anticipare né
ricostruire l’esperienza. Dal nostro punto di vista, che il nostro
amico parli o no, non fa alcuna differenza. Se
s’interrompe nel mezzo del discorso, non siamo turbati, non abbiamo bisogno che
termini la sua frase o quello che stava dicendo. Siamo soddisfatti della
conversazione così come si svolge. Un tale ascolto mostra la coscienza
incondizionata.
La nostra attenzione per la persona che si esprime non comporta né
attesa né incoraggiamento a continuare. Non dissuadiamo nemmeno a non
continuare mostrandoci disattenti o distratti. Non siamo né presi dai nostri
pensieri, né assorbiti dalla storia che ascoltiamo; stiamo semplicemente ascoltando, completamente presenti a quello che succede.
Contrariamente all’ascolto puro, l’ascolto positivo e quello negativo falsano la natura di una
relazione autentica, distaccandoci sia da noi stessi che dalle persone con cui
comunichiamo. Quando abbiamo un ascolto positivo,
siamo presi dalle esperienze di un altro, sedotti dalle sue storie e perdiamo
il contatto con i nostri pensieri, sentimenti e valori. “Appassionante, mi
piace quello che dice”. Quando abbiamo un ascolto
negativo, siamo preoccupati per i nostri pensieri e disprezziamo ciò che
sentiamo: “Come posso mettere fine a ciò che sento? Voglio cambiare argomento. Ho
altro da fare”. Quando ascoltiamo a partire da niente,
sentiamo tutto! La nostra attenzione è distesa, globale
e senza intenzione, anche se siamo in contatto con noi e con la persona che
ascoltiamo. Lo spazio d’ascolto puro ingloba tutto ciò che è detto senza
accordare una particolare attenzione né a sé né agli altri. Infatti la separazione tra sé e gli altri si scioglie e la
comunicazione si sviluppa in un discorso spontaneo e armonioso di parole e
l’ascolto è libero da qualsiasi manipolazione. E’ la sola forma di
comunicazione capace di condurci all’esperienza della
coscienza incondizionata.
Quando le persone cominciano a coltivare l’esperienza non–duale, possono confondere l’ascolto puro con un ascolto
che si disinteressa di ciò che è detto o che considera l’argomento una
costruzione senza una base reale. Ma l’ascolto puro
non si disinteressa affatto dell’altro. Quando
perdiamo l’interesse, non siamo all’ascolto, non siamo pienamente presenti alla
persona che ci sta di fronte. Invece, quando ascoltiamo con la coscienza
incondizionata, non siamo né attenti né distratti, né interessati né
indifferenti, non cerchiamo qualcosa e non facciamo
niente secondo la nostra intenzione. Il risultato è che la persona con cui comunichiamo può trovarsi a non aver più bisogno di
esprimere qualcosa che prima le sembrava importante. In
presenza di un ascolto puro, può essere che non abbia più niente da
dire.
Come ascoltiamo senza proiezioni né
interpretazioni, non anticipiamo il nostro interlocutore, né cerchiamo un riferimento
comune cercando di riferire la sua esperienza alla nostra. Non ci risentiamo se
non dice nulla. Non ha importanza se parla o no, non cerchiamo di influenzarlo in
nessun senso.
Nell’ascolto puro non siamo né nella dissuasione né nella
sollecitazione, siamo semplicemente senza distrazione.
L’ascolto puro cambia la struttura di ciò che dice
l’interlocutore, perché questo s’indirizza a una
coscienza che non è condizionata e non riceve una risposta condizionata. Infatti sta parlando nel
“niente”. Quando le costruzioni non sono né
frenate né incoraggiate, tendono a dissolversi da sole…